Per una volta ci siamo confrontati con una architettura piena di storia, decori, altezze svettanti, pavimenti con decori di altri tempi che ci hanno,di fatto, tracciato le regole incardinando la nostra progettazione nei binari del rispetto e dello studio prima filologico poi spaziale, in sintesi, di fusione. Un percorso che, come ogni altro impegno progettuale dello studio ruffinoassociati, è stato sviluppato a diretto contatto con il committente, per riuscire a realizzare un progetto pari ad un abito su misura, con le capacità, le competenze e l’estro del sarto-architetto e che permetta al suo fruitore di vivere al suo interno, comodo come in un vecchio abito, dove l’attenzione maniacale del committente è stato continuo stimolo per la progettazione. La casa che si è pensata è caratterizzata da un forte e continuo confronto tra linee nuove e minimali che si incontrano-scontrano con volute e morbidezze tipiche delle case ottocentesche. Una casa di un collezionista che è museo di se stessa, e con questo tema abbiamo incastrato nuove geometrie, nuovi materiali con storici rimandi. Da questo ultimo elemento nasce la scelta illuminotecnica in collaborazione con Viabizzuno, al fine di esaltare arredi originali risalenti agli anni 30 e 40 di maestri del calibro di Mies e Le Corbusier. Un bel tema, un bel progetto, un’ esperienza singolare che ci ha arricchito lasciando al nostro bagaglio di esperienze qualcosa in più di quanto donato al progetto stesso.